domenica 24 febbraio 2008

Le cose dell'amore

Freud credeva che la fantasia fosse opposta alla realtà e la oscurasse, e che l’immaginazione, che arricchisce la realtà e non di rado la inventa, fosse nemica della percezione che invece la riproduce fedelmente.
Ma dopo Freud, la fenomenologia ci ha fatto constatare che l’immaginazione e la fantasia, di cui l’idealizzazione amorosa è una figura, influenzano la nostra percezione della realtà, per cui ciascuno vede le cose a modo suo affacciandosi dalla finestra del proprio castello di sabbia preferito.E questo perché la percezione della realtà non è qualcosa di passivo, ma una costruzione attiva, dove l’immaginazione, la fantasia, il desiderio intervengono a trasfigurare i dati di realtà, affinché questi possano assumere un senso per noi.Da questo punto di vista l’oggettività è un ideale impossibile, è il desiderio di pervenire a una sicurezza che non sarà mai raggiunta.Forse anche nelle vicende dell’amore vale il principio formulato dal fisico Werner Heseinberg secondo cui le condizioni in cui si attua un’osservazione modificano l’osservato.Infatti quel che si scopre di un’altra persona dipende in gran parte da chi noi siamo e da come l’avviciniamo.

Da “Le cose dell’amore” di Umberto Galimberti

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