sabato 15 marzo 2008

La forza d'animo

Il vuoto creato dal venir meno di un genitore o di una figura di attaccamento importante viene “riempito” dall’impegno, dall’arte, dal lavoro, dalla spinta verso nuove relazioni o realizzazioni o anche da un forte desiderio di controllo.Questo vuoto può anche essere il risultato di una perdita di altro tipo, come nel caso di Hawking, che riempì lo spazio lasciato dalla scomparsa traumatica di ogni forma di attività motoria, linguaggio compreso, con un’intensa attività mentale e con viaggi immaginari negli spazi dell’universo.Ciò che viene a crearsi in questi casi è una sorta di triangolo virtuoso ai cui vertici stanno (a)la perdita,(b) l’intenso stato emotivo che questa suscita,unito al bisogno di riscatto e (c) la mobilitazione di energie volte a riparare il senso di vuoto.Si cerca di restaurare quell’oggetto che, venendo meno, ha creato una carenza e ognuno ripara il danno con i mezzi di cui dispone.Creazione, impegno e ogni altro tipo di attività consentono di ricreare, a livello simbolico, l’oggetto perduto e di farlo rivivere sotto altra forma.Le energie emotive, mobilitate dalla perdita, vengono impiegate nella realizzazione di questo obiettivo.Il lutto, così come altri tipi di perdite, può dunque liberare energie che vengono poste al servizio del recupero, della ricostruzione e anche della creatività e dell’arte.
Da “La forza d’animo” di Anna Oliverio Ferraris

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