domenica 2 marzo 2008

Il buco nero di Kerr

Normalmente si pensa al buco nero come ad un gigantesco aspirapolvere cosmico che ingoia tutto e subito ma che restituisce poi in fotoni la propria energia con lentezza ed avarizia esasperanti.Questa immagine si applica più che altro alla soluzione trovata da Schwarzshild nel 1917.
Una soluzione più generale è stata trovata da Roy Kerr nel 1963 e rappresenta quello che si potrebbe definire un buco nero rotante:Il buco di Kerr non è parassitico come quello di Schwarzschild e da esso si può ancora estrarre energia meccanica secondo un procedimento ideale inventato nel 1971 da Penrose.Il metodo prevede il lancio di un corpo di prova in una regione appiattita che circonda il buco, detta ergosfera:Scegliendo opportunamente il tempo e il luogo, sarebbe possibile, spezzando in due il corpo di prova, farne assorbire un frammento dal buco di Kerr e far riemergere il rimanente frammento con un’energia maggiore di quella inentrata, il tutto a spese del buco nero, che rallenterebbe la sua rotazioneContinuando il processo si finirebbe per ridurre il buco di Kerr ad un buco di Scharzschild dopo averne estratto tutta l’energia di rotazione.
Da “Infinito” di Tullio Regge

Nessun commento: